L’ultimo rullino di Kodachrome

Uno dei vantaggi di questo lungo periodo di pandemia, è stato aver guadagnato un po’ di tempo libero.

Così, durante l’ultimo lockdown, ho finalmente messo ordine fra le vecchie fotografie, ritrovando scatti quasi dimenticati, scansionando negativi e diapositive per aggiornare il mio archivio digitale.

Diapostiva, chi era costei?

Molto probabilmente i fotoamatori più giovani ne hanno solo un vago ricordo, ma la diapositiva è stata per anni un sistema molto usato per la fotografia a colori professionale.

Era apprezzata soprattutto per la stampa di cataloghi e pubblicazioni importanti, e richiedeva un procedimento piuttosto complesso, che veniva svolto in laboratori specializzati.

Invece attualmente, ancora più della pellicola negativa, con l’avvento delle tecnologie digitali, fotoamatori e professionisti l’hanno quasi del tutto dimenticata.

Kodachrome, la pellicola invertibile che ha fatto la storia

Tra le varie pellicole per diapositive che ho utilizzato nel mio lungo percorso di fotoamatore, la mia preferita era senza dubbio la Kodachrome.

Si tratta di una pellicola invertibile per cineprese e fotocamere reflex, medio e grande formato prodotta e distribuita da Kodak per quasi un secolo.

Kodachrome - pellicole Bigfototaranto
La pellicola Kodak Kodachrome nel formato 35mm

La sua storia nasce nel 1917, quando due intraprendenti studenti universitari appassionati di cinema, Leopold Mannes e Leopold Godowsky, rimasero molto delusi dalla qualità dei colori di un film al quale avevano appena assistito a New York.

I due giovani tentarono di studiare qualcosa per migliorarne il risultato.

Dapprima costruirono e brevettarono un innovativo sistema di proiezione, poi realizzarono un laboratorio per lo studio e la sperimentazione di pellicole a colori, registrando altri brevetti.

Nel 1930, la Eastman Kodak fu così impressionata dai loro risultati che gli offrì di trasferirsi nel suo centro ricerche.

Leopold Mannes e Leopold Godowsky Bigfototaranto
Leopold Mannes e Leopold Godowsky

La pellicola per diapositive Kodachrome fu lanciata nel 1935 e da allora è stata una pellicola apprezzatissima dai fotografi di tutto il mondo, nonostante il costo considerevole.

Infatti, nel prezzo d’acquisto era compreso anche lo sviluppo presso i laboratori certificati per il trattamento Kodachrome.

È rimasta in produzione fino al 2010.

Una firma prestigiosa

La pellicola Kodachrome era la preferita di uno dei fotografi più famosi al mondo, Steve Mc Curry, l’autore del ritratto di Sharbat Gula, la ragazza afgana resa popolare dal National Geographic.

la "Ragazza Afgana" di Steve McCurry  Bigfototaranto
Sharbat Gula, la ragazza afgana resa popolare dal National Geographic

Le ultime 36 pose di diapositive Kodachrome sono state sviluppate il 14 luglio del 2010 e portano la sua firma.

Infatti, in occasione del ritiro ufficiale dal mercato, la George Eastman House di Rochster, il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia, d’accordo con la Kodak, chiese a Steve Mc Curry di consegnare alla storia gli ultimi campioni di quella pellicola.

Così Steve Mc Curry si prese oltre due mesi, volando tra l’America e l’India per esporre quell’ultimo rullino, fotografando personaggi famosi e gente comune, e anche sé stesso.

Pensai che mettere le mani su quell’ultimo rullino di Kodachrome 64 sarebbe stato il modo migliore di onorare una pellicola che aveva avuto un grande impatto sulla mia vita, ed era stata la mia pellicola di tutti i giorni per oltre 30 anni.

Steve Mc Curry, L’ultimo rullino di Kodachrome

In copertina: fotografia di Steve Mc Curry

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