Prima di fotografare occorre saper vedere

Una delle cose che sentiamo ripeterci più spesso, sia durante i corsi di fotografia, che quando siamo dietro il banco in negozio, è:

Ho comprato un’ottima macchina fotografica con tanto entusiasmo, ma le fotografie non mi soddisfano…

In moltissimi casi si tratta di appassionati alle prime armi convinti che con il digitale sarebbe stato tutto più facile. L’esperienza invece insegna che le cose stanno diversamente.

Infatti, l’attuale eccesso di tecnologia, quando abbiamo appena cominciato, anziché aiutarci, ci mette di fronte ad una serie di contenuti informatici non sempre intuitivi.

Ma soprattutto genera un equivoco molto diffuso, l’illusione di essere pronti ad ottenere scatti di qualità, confidando in due aspetti tipici della fotografia digitale:

  • la grande quantità di foto scattabili a costo zero
  • le enormi possibilità offerte dalla post-produzione al computer.

In realtà in breve tempo ci si rende che anche una grande quantità di scatti, se sono realizzati senza un criterio tecnico e comunicativo, non sono sufficienti a garantire la riuscita del lavoro.

Inoltre, altrettanto rapidamente si scopre che nemmeno la post-produzione più sofisticata, può risollevare le sorti di una brutta foto.

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È una storia molto comune: all’inizio, per euforia e per divertimento, subito dopo aver realizzato il proprio servizio fotografico, si scaricano i file nel computer e si passano ore a sistemarli, magari esplorando le varie funzioni del software.

Col passare del tempo però si crea un accumulo di centinaia se non migliaia di fotogrammi in attesa di revisione, la maggior parte dei quali non saranno mani nemmeno aperti.

Invece, il vero salto di qualità consiste nello scattare la fotografia giusta e poi ricorrere a dei minimi ritocchi. Ricordiamoci sempre che qualunque tecnica fotografica analogica o digitale, si basa sempre sulla gestione della luce attraverso tre elementi fondamentali:

  • sensibilità,
  • diaframma,
  • esposizione.

Il libro Saper vedere per fotografare di Giulio Forti è scritto come se fosse una chiacchierata fotografica. Non è il classico manuale, ma cerca innanzitutto di stimolare l’occhio del fotografo a fare il suo mestiere, mettendo in secondo piano la tecnica.

Senza dubbio conoscere la tecnica di base è fondamentale perché deve servirci a fermare nel migliore dei modi ciò che abbiamo visto, ma è ugualmente importante che la foto racconti qualcosa.

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