Due vele spiegate da 50 anni – due giorni di full immersion fotografica con il maestro Jodice

Quest’anno ricorrono i 50 anni ( 1970 – 2020 ) dall’inaugurazione della Concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto e per festeggiarli tanti dovevano essere gli eventi e le manifestazioni che a causa del Covid-19 sono stati in gran parte annullati.

Per questo oggi, ricordare seppur sinteticamente è un dovere storico, almeno per chi cerca la bellezza ed il suo senso. Di quanta bellezza, infatti ha bisogno ancora il mondo? Quanta? La bellezza non sazierà mai l’infinito.

Gio’ Ponti, l’architetto progettista della Concattedrale, esprimendo il suo pensiero artistico-architettonico, ha certamente stimolato non poco i critici del tempo (1970), e ancora oggi sfida ognuno di noi. Nel 2008 infatti, Domus, una delle più importanti riviste di architettura, che dal 1928 pubblica ed illustra con la fotografia, i nuovi design e le tendenze architettoniche, gli ha dedicato un numero speciale.

In quell’occasione, per descrivere e mostrare con qualche scatto l’opera davvero maestosa per grandezza, dalle vele di cemento e dalle geometrie spigolose della Concattedrale Gran Madre di Dio di Taranto, fu incaricato il maestro Mimmo Jodice.

Il maestro Mimmo Jodice – foto dal web

Mimmo Jodice nasce a Napoli nel 1934 ed inizia a lavorare con la fotografia nel 1960. La sua carriera lo porterà a raccontare in immagini la sua Napoli, New York, Tokyo, paesaggi mediterranei e tanti altri luoghi che, come lui stesso dichiarava, lo porteranno dalla distesa infinita di un mare, alla dimensione infinita dell’isolamento. Non è forse vero che l’io si esprime nel proprio pensiero più interno e quindi in completa solitudine?

I primi di gennaio del 2008, il maestro fotografo Mimmo Jodice, a Taranto, inizierà il suo lavoro. Ma il maestro non sarà solo. Infatti, con l’umiltà e la disponibilità al dialogo che hanno solo i grandi uomini, permise ad alcuni fotoamatori clienti di Big Foto di fargli da assistenti.

Vedere all’opera il maestro è stata davvero una grande emozione: per nulla geloso del suo sapere, ha condiviso parecchi scatti con noi che gli giravamo intorno con gli occhi spalancati. Ma i regali del maestro non finirono qui: una sera, in occasione di un incontro che sarebbe dovuto durare un’oretta, e che invece finì a notte fonda, il maestro Jodice ci parlò a ruota libera, come un fiume in piena, del suo modo di concepire la fotografia e del suo percorso fotografico.

Ancora una volta si dimostrò una persona di grande umiltà, e oggi ricordiamo con tanta gratitudine quell’avvenimento ed il suo pensiero:

Fin quando ogni fotografia inquieta e fa sorgere domande in chi guarda, allora è stato un buon lavoro. Le opere buone si sa, nascono dalla passione, dal buon lavoro, dal talento, dall’allenamento e da un’idea portante.

Mimmo Jodice

Infatti, se ti va di raccontare una storia, la fotografia ha quel dono di rendere essenziale cio’ che la parola non sa fare. Sarebbe necessaria una fotografia per imparare a scrivere e poi a leggere ogni realtà.

Buona luce,

Roberto Nigro

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